DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ SVOLTE:

Il secondo obiettivo realizzativo è stato caratterizzato da 3 attività:

  • A2.1 Definizione dei modelli di interazione uomo-macchina
  • A2.2 Studio di Interfacce multimodali ad elevato livello di usabilità per l’interazione del soggetto anziano con l’ambiente assistito
  • A2.3 Studio e definizione di servizi indoor e outdoor innovativi a supporto del soggetto in ambienti assistiti

A2.1 Definizione dei modelli di interazione uomo-macchina

Nell’ambito dell’attività A2.1 si sono definiti i modelli di interazione uomo macchina presenti in letteratura e i metodi e le tecnologie di interazione, cioè tutto ciò che sta tra l’utente e l’elaboratore centrale e può essere di tipo hardware o software. Inoltre è stato effettuato uno studio per comprendere quali tra quelle analizzate sono le forme di interazione maggiormente accettate e utilizzate in Puglia.

Sono state approfondite le forme di interazione uomo-macchina, con riferimento ai modelli e alle tecnologie di interazione, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulle forme di interazione maggiormente accettate dalla comunità pugliese. Partendo dal concetto di interazione uomo macchina sono stati analizzati i fattori di interesse, le problematiche di maggior rilevanza e l’attinenza con il progetto MET-AAL.

Essendo l’Interazione Uomo Macchina una materia molto vasta, sono stati approfonditi  i concetti chiave riguardanti le interfacce, tra cui usabilità, affidabilità, scalabilità e adattabilità, soffermandosi sugli aspetti legati all’ergonomia, all’abilità residua e all’Interaction Design.

Successivamente è stato fatto un approfondimento sui modelli di interazione più famosi in letteratura: il Modello di Norman e il Modello di Abowd e Beale.

A questo punto è stata fatta una breve analisi sul modello utilizzato per la descrizione delle interazioni e successivamente si è passati a definire nel dettaglio le varie tipologie di interazione.

Infine si è cercato di fare un quadro completo della situazione in Puglia riguardo alle forme di interazione più utilizzate e maggiormente accettate. Oltre ai dati relativi all’intera regione, è stata elaborata anche una overview delle soluzioni tecnologiche presenti presso il Centro “Pino Pagliara”.

A2.2 Studio di Interfacce multimodali ad elevato livello di usabilità per l’interazione del soggetto anziano con l’ambiente assistito

Nell’ambito dell’attività A 2.2 si sono studiate le interfacce con cui i soggetti target interagiranno con l’ambiente assistito, che comprendono tutti i canali di interazione che l’utente può utilizzare per interagire con l’ambiente che lo circonda.

In particolare in questa attività sono state studiate:

  • le interfacce fisiche considerando che queste devono ridurre gli errori di interazione tipici dell’utenza che ha sviluppato problemi cognitivi e rendere più agevole la fase di apprendimento dell’uso del sistema;
  • le interfacce vocali per rendere fruibili funzioni del sistema senza dover avere nessun tipo di interazione fisica altrimenti necessaria;
  • la gestural interface, cioè l’interazione con il software resa possibile mediante particolari algoritmi di interpretazione dei gesti dell’utente.

Di conseguenza l’attività di studio è stata suddivisa in: ricerca di interfacce offerte dagli attuali sistemi domotici, considerando quelli di alcune aziende e attualmente in commercio; identificazione dei bisogni e definizione degli ausili per l’assistenza; metodi di interazione; e definizione di interfacce multimodali, partendo dalla descrizione dello stato dell’arte nei progetti di innovazione fino a specificare le interfacce legate alle modalità di interazione.

Per quanto concerne le interfacce offerte dagli attuali sistemi domotici: si sono considerati i sistemi offerti da Bticino, Vimar, ABB, Siemens, Schneider Electric, Ermy, Gewiss, RTI, EasyDom. Per ciascuno di questi si sono analizzati:

  • Architettura del sistema
  • Interfacce utente (fisico, software, vocale ecc.)
  • Interfacce specifiche per anziani o disabili

Sono stati identificati i bisogni e definiti gli ausili per l’assistenza, cercando di classificare i metodi di interazione attraverso le interfacce, con riferimento a quelli che prevedono l’uso di PC, che potrebbe incontrare la difficoltà di utilizzo da parte dell’anziano a favore invece di un’ interfaccia vocale o dedicata, basata su opportuni pulsanti.

E’ stato inoltre analizzato lo stato dell’arte relativo alle interfacce multimodali nei progetti di innovazione, dove per ognuno di questi si sono definiti gli obiettivi, l’architettura del sistema, la presenza di nuove interfacce (ove presenti) ed infine si è offerta una panoramica sulle BCI (strumento e ambito di frontiera nella ricerca per quanto riguarda l’interazione tra uomo e macchina).

Infine, si sono descritte le interfacce software, fisiche, vocali e gestuali, considerando nella definizione di interfacce multimodali, gli aspetti funzionali e legati alla riabilitazione e i concetti di usabilità e accessibilità. Le interfacce possono offrire riabilitazione funzionale mediante ausili in:

  • Disabilità cognitiva (uso di blocchi semantici impliciti in sequenze comunicative esplicite che possono essere stampate o sintetizzate vocalmente)
  • Disabilità sensoriale (vista) (traduttore Braille,  sintetizzatore vocale, agli ingranditori sul video, aumento contrasto ecc… )
  • Disabilità motoria (esistenza di ausili informatici per persone che possono muovere solo una parte del corpo e vengono generalmente associati a un programma a scansione)

L’interfaccia deve prevedere carattere di usabilità e accessibilità, cioè l’utente può sviluppare la propria azione sul prodotto nella maniera in cui si aspetti che essa debba essere svolta, escludendo esitazione e domande sull’azione.

A2.3 Studio e definizione di servizi indoor e outdoor innovativi a supporto del soggetto in ambienti assistiti

Il lavoro svolto all’interno dell’attività A 2.3 ha avuto come obiettivo quello di definire servizi indoor e outdoor innovativi a supporto del soggetto in ambienti assistiti.

Sono stati identificati e classificati i servizi che facilitano e aiutano  la vivibilità di un disabile all’interno di ambienti assistiti. Successivamente sono stati studiati i sistemi che consentono la loro erogazione. Tali servizi vengono classificati in attivi e passivi. Si è giunti alla conclusione che in ambito indoor è fondamentale offrire servizi di monitoraggio che utilizzano una sensoristica poco invasiva soffermandosi sul funzionamento dei sensori ed in particolare su come verrà garantita la continuità di funzionamento in caso di anomalie. In seguito sono state illustrate le metodologie di progettazione ed elencate le funzionalità offerte dai servizi innovativi di surveillance e monitoring.

Nel corso dell’attività 2.3 sono state identificate nuove metodologie di supporto ai servizi da garantire al soggetto in ambienti assistiti in termini di sicurezza, e che mirano a realizzare una gestione integrata dei Servizi Socio Sanitari e delle richieste di assistenza socio-sanitaria (domanda di sostegno economico delle cure, richiesta di inserimento nelle lista unica delle domande di collocazione in case protette, residenze sanitarie assistite e strutture analoghe).

Questo ha comportato una attenta analisi della letteratura che ha portato ad individuare alcune sfide nel settore dell’assistenza sanitaria come la fornitura di servizi di assistenza sanitaria di qualità e la necessità di servizi personalizzati per soddisfare le esigenze di ogni utente  e la  necessità di una migliore integrazione con altri servizi (es: l’interazione fra Servizio Sanitario Nazionale e servizi pubblici locali). Nuove metodologie possono essere applicate perché i nuovi metodi di erogazione dei servizi possano migliorare l’efficienza dei servizi di assistenza.

Una soluzione è quella di adottare  metodi e modelli di ottimizzazione matematica. Tecniche, come la modellazione, possono e devono svolgere un ruolo importante per aiutare i responsabili delle istituzioni a comprendere le dinamiche del sistema di assistenza e a fornire politiche migliori.  A queste tecniche, ove la complessità del problema lo richiedesse, se ne potrebbero affiancare altre di natura euristica. Tutto questo nel contesto della definizione di un portale web unico che permetta l’aggregazione di detti servizi e che renda possibile l’interazione del disabile con essi.

Infine vengono approfondite le tecniche di integrazione dei componenti coinvolti facendo ricorso ad un’analisi approfondita delle tecnologie che si intendono utilizzare allo scopo di permettere la comunicazione tra i diversi apparati\componenti coinvolti.